Cambiali finanziarie od obbligazioni: cosa conviene di più?

Cambiale finanziaria: imposte, requisiti e convenienza

Nel 1994 il legislatore ha introdotto un nuovo strumento finanziario, che permette alle società e imprese (anche se non quotate) di ottenere la liquidità necessaria senza far ricorso al prestito bancario o all’emissione di obbligazioni: la cambiale finanziaria. Visto che su di esse si applicano le norme relative alla cambiale (quindi con analoghe conseguenze se non pagate alla scadenza), viene considerata un titolo esecutivo a tutti gli effetti (con ciò che ne consegue anche sugli obblighi legati all’assolvimento dell’imposta di bollo che deve essere pari allo 0,1 per mille). Tuttavia costituendo anche un titolo mobiliare di investimento, viene sottoposto alla norma sulla raccolta pubblica del risparmio.

Differenze dalle obbligazioni

Il primo aspetto peculiare, ed anche quello più evidente, è rappresentato dal fatto che le cambiali finanziarie costituiscono un titolo con un orizzonte temporale breve (generalmente si arriva al massimo a 12 mesi), il che le rende adatte soprattutto alle attività caratterizzate da elevata stagionalità (con conseguenti squilibri per i flussi finanziari). Invece il prestito obbligazionario è generalmente caratterizzato da un orizzonte temporale medio-lungo. In entrambi i casi l’emissione avviene per reperire liquidità e fondi a tassi meno onerosi rispetto a quelli imposti dal sistema bancario. Per il prestito obbligazionario ci sono delle limitazioni maggiori, soprattutto sulle caratteristiche che deve possedere la società emittente, mentre per la cambiale finanziaria le condizioni e i requisiti fondamentali sono:

  • aver avuto gli ultimi tre bilanci in attivo;
  • aver assolto a tutti gli obblighi nei confronti della Consob;
  • presentare un importo minimo per cambiale non inferiore a poco più di 51 mila euro.

Inoltre è necessaria l’assistenza di una banca (importante anche per la ricerca di un investitore). Quest’ultimo aspetto può essere svolto in prima persona riducendo la commissione da pagare alla banca, dovuta comunque per l’attività di collocamento e quella di garanzia (vedi anche protesto della cambiale ).

Conclusioni

Al di là della definizione e della conseguente reale comprensione di cosa sono, prima di decidere se avvalersi delle cambiali finanziarie (come strumento di investimento oppure di raccolta di liquidità) si deve considerare con attenzione sia il peso delle imposte dirette e indirette, che la presenza di varie voci di costo come gli oneri e le commissioni da corrispondere al collocatore e/o intermediario.

Approfondimenti

Torna alla pagina principale della sezione Guida ai prestiti cambializzati.