Come uscire dai debiti: le possibili soluzioni

Come estinguere i debiti: le migliori alternative

Prima di vedere come uscire dai debiti, bisogna cercare di comprendere la differenza tra principio virtuoso e quello vizioso del debito. Quello virtuoso prevede che per far fronte agli impegni incomincio a spendere meno di quello che guadagno ed allo stesso tempo libero risorse che mi permettono di rimborsare il debito più velocemente (oppure di creare risparmio).

Invece l’atteggiamento vizioso, che porta al sovraindebitamento, consiste nel continuare a spendere più di quello che si guadagna, chiedendo prestiti su prestiti e quindi aumentando sempre di più il debito. Evidentemente il passaggio da un circolo vizioso a quello virtuoso richiede un cambio di atteggiamento e di gestione, che però non sempre è possibile fare da soli. Una situazione difficile da affrontare è quella, ad esempio, dei debiti aziendali, oppure di gioco od ancora derivanti da cartelle esattoriali. In queste situazioni straordinarie si può attingere, però, ad alcuni aiuti.

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Fatte queste doverose premesse, l’aspetto peggiore delle varie situazioni che possono portare a un elevato grado di indebitamento è riconducibile ad una stessa condizione: l’incapacità di rendersi conto, nello specifico momento in cui si contraggono i debiti, della soglia in cui si rimane in una zona di sostenibilità oppure si passa a una situazione insostenibile. Ma come uscire dai debiti? Ecco alcuni consigli utili.

Cosa fare in caso di debiti con le banche?

Se si hanno numerose rate, e si fa fatica a rimborsarle tutte, allora le ipotesi più comuni per ridurre il debito possono essere quattro e cioè:

  • rientrare nelle ipotesi di moratoria, così come previsto dalla legge. Per i privati ad esempio in caso di decesso di un familiare portatore di reddito, in caso di licenziamento, malattia grave, ecc, mentre per le aziende attingendo agli appositi fondi o alle forme di moratoria dedicate;
  • procedere con un finanziamento di consolidamento prestiti, anche con possibile allungamento del piano di rimborso così da rendere la rata complessivamente più sostenibile, sacrificando ovviamente l’aspetto economico. Questa è una delle poche situazioni in cui, almeno per il momento impellente, ci si può muovere anche se si è senza soldi da parte, semplicemente accedendo a una forma specifica di credito;
  • provare con una richiesta di saldo e stralcio;
  • attivare il piano del consumatore se ci sono gli estremi per farlo (legge salva suicidi).

Come agire nelle situazioni con i debiti da gioco o di Equitalia?

Le situazioni più complicate si hanno quando si maturano dei debiti a causa del gioco e per le cartelle esattoriali presentate da Equitalia (o qualsiasi altro agente di riscossione). In questi casi infatti ci si sente in difetto, o quanto meno si tende a tener nascoste quelle che sono percepite come delle debolezze o mancanze, il che porta a dei ritardi che non possono che peggiorare la situazione (vedi anche Come non pagare Equitalia ).
La prima cosa da fare è consigliarsi con persone di fiducia, oppure con consulenti competenti (che spesso lavorano per le associazioni dei consumatori, in alcuni casi nelle parrocchie più grandi, o alla Caritas ecc).

Ludopatia

Nel caso dei debiti di gioco si possono ottenere aiuti con accesso a specifici fondi, fermo restando che bisogna intraprendere un percorso che permetta di superare un’eventuale problematica di ludopatia. In caso di patologia conclamata è inoltre possibile rivolgersi anche al tribunale chiedendo di assegnare al giocatore un mamministratore di sostegno. Si tratta di una figura legislativa ufficiale che affianca il giocatore compulsivo nella gestione quotidiana della propria vita, ivi compresa anche la gestione dei debiti contratti per coprire le spese di gioco. La richiesta può essere fatta anche dai familiari del giocatore fino al 4° grado di parentela.

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Ricordiamo infine che se i debiti sono contratti direttamente con un casinò, un privato o una sala scommesse, in base a quanto specificato dal codice civile sono da ritenersi nulli. In quanto ‘obbligazioni’ naturali non possono essere infatti richieste forzatamente dal creditore. Per la stessa ragione, se pagate, non possono essere richieste indietro dal debitore a meno che questo non sia considerato inabile di intendere e volere.

Saldo e stralcio o rottamazione?

Nel caso dei debiti con Equitalia ci si deve prima far aiutare per controllare che siano dovuti nella somma richiesta (cosa da non dare per scontata), e poi chiedere la rateizzazione massima disponibile approfittando magari di quella più lunga applicabile nel caso di dimostrabile disagio economico.
In alternativa alla classica rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate (che oggi ha sostituito Equitalia), se si possedevano i requisiti legati all’Isee si poteva valutare fino a luglio 2019 la possibilità di saldo e stralcio. Parliamo di una soluzione (ad oggi non richiedibile per il 2020) che permetteva una notevole riduzione del debito oltre che l’annullamento delle sanzioni e interessi di mora presenti in cartella esattoriale.
Tale agevolazione era però riferita a determinate tipologie di debito oltre ad essere destinata a persone fisiche con gravi difficoltà economiche ed un Isee inferiore a 20 mila euro. Nel caso in cui le cartelle non rientrassero nel saldo e stralcio il debito veniva automaticamente fatto confluire in un intervento di ‘rottamazione’ indicato con il termine di definizione agevolata. La riduzione del debito era in questo caso inferiore mentre il piano di ammortamento poteva arrivare fino a 18 rate suddivise nell’arco di un quinquennio.

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Piano del consumatore

Sempre nel caso delle persone fisiche è anche possibile procedere con il piano del consumatore che necessita però di una via giudiziale. Non solo, per redigere il piano da sottoporre all’attenzione del giudice è necessario rivolgersi a figure qualificate o meglio agli OCC (Organismi di composizione della crisi) laddove presenti a livello territoriale (per avere informazioni sulle figure di riferimento si può chiedere anche presso la cancelleria del tribunale civile).
Detto questo, se il Piano viene accettato dal giudice il creditore dovrà rispettare le disposizioni in esso contenute (le stime dicono che si possa arrivare anche fino all’80% di riduzione del debito). Anche per accedere al piano del consumatore bisogna avere dei requisiti minimi specifici che sono in primis:

  • una oggettiva difficoltà di rimborso che non deve essere fraudolenta o dolosa (per esempio si è ridotta la capacità reddituale del debitore, ecc);
  • la proposta di un piano di rimborso credibile e sostenibile.

Approfondimenti

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