Evasione fiscale prescrizione 2020: le ultime novità

Evasione fiscale: tempi di prescrizione e ipotesi di reato

Le norme che regolamentano gli obblighi tributari in Italia sono state più volte riprese e modificate nell’ultimo decennio, in parte per volontà diretta del legislatore, ed in parte per l’adeguamento ad alcune sentenze della Corte di Cassazione. Per quanto riguarda gli aspetti strettamente connessi alla prescrizione applicabile all’evasione fiscale, un anno significativo è il 2011, visto che per le “evasioni” antecedenti il termine era sempre di 6 anni, mentre per quelli commessi successivamente è stata fatta una distinzione tra due ipotesi e cioè:

  1. è rimasto di 6 anni per i casi specifici di omesso versamento, oppure per quello legato all’applicazione di “indebite compensazioni” o in generale per quello di “sottrazione fraudolenta” all’obbligo di pagamento dei tributi (vedi anche Come non pagare le multe);
  2. si sale ad 8 anni (che possono arrivare a 10 nel caso del verificarsi di atti interruttivi) per tutte le altre situazioni.

A seguito di una sentenza di gennaio 2016 inoltre è cambiato l’approccio anche nei confronti dell’Iva, laddove con un semplice verbale, si azzera e riparte la prescrizione, con la probabile ipotesi che quindi il termine prescrittivo non possa più completarsi.

Cosa succede quando è reato tributario?

Il termine di decadenza per l’azione di accertamento, cade in concomitanza del 31 dicembre dell’8° anno, che è successivo a quello in cui doveva essere presentata la dichiarazione (quindi come esempi numerici, se la dichiarazione andava presentata nel 2011, la decadenza cade dopo il 31 dicembre del 2019).

Se c’è l’ipotesi di omessa dichiarazione invece il termine di decadenza sale a 10 anni.

Quando si verifica un’ipotesi di reato il tempo di prescrizione raddoppia, mentre per quanto riguarda invece il reato “penale” (che può portare non solo all’applicazione di una sanzione amministrativa, ma ad una multa o anche il carcere), ci si deve riferire alle soglie stabilite dal legislatore oltre alle quale si cade appunto nel penale (vedi anche Come non pagare le tasse).

Queste soglie, in sintesi sono:

  • nel caso di dichiarazione fraudolenta la soglia è fissata a 30 mila euro (il riferimento va applicato ad ognuna delle singole imposte dovute), e inoltre i redditi che non sono stati dichiarati, devono superare il 5% del totale oppure arrivare a 1 milione e mezzo di euro;
  • nell’ipotesi di dichiarazione infedele, è necessario che l’evasione fiscale sull’imposta sia superiore a 150 mila euro, e che i redditi non dichiarati arrivino a superare il 10% del totale o arrivare al pari di almeno 3 milioni di euro;
  • dichiarazione omessa: la soglia è di 50 mila euro;
  • per i casi di omesso versamento dell’Iva la soglia è di 250 mila euro.

Approfondimenti

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