Prestiti Inpdap dipendenti pubblici: quali sono e come accedervi

Prima casa, finalizzati o personali: guida ai prestiti Inps ex Inpdap per dipendenti pubblici

L’Inps ha inglobato le competenze e il supporto informativo (oltre che la modulistica di cui ci si deve obbligatoriamente avvalere) relativo a quello dei prestiti Inpdap per i dipendenti pubblici e statali che rientrano nelle competenze dell’ex Istituto Nazionale, affiancandole a quelle che tradizionalmente erano già di propria competenza (con le prestazioni creditizie riservate ai dipendenti delle Poste). Tuttavia non sono state introdotte sostanziali modifiche nè per quanto riguarda il regolamento al quale bisogna fare riferimento nè per i tassi o la procedura (anche le tabelle che indicano il contributo per il fondo rischi sono rimaste le stesse). Qualche novità si può invece notare soprattutto per la procedura di richiesta e la sua gestione, con un passaggio completo verso la digitalizzazione dei servizi.

Preventivi e simulazione: quali novità?

Tramite le tavole destinate alle simulazioni di prestiti Inpdap, per i dipendenti pubblici in possesso dei requisiti minimi necessari è ancora possibile avere qualche informazione sulle condizioni economiche quali rata, interessi, incidenza dei costi di gestione o amministrazione.

Tuttavia la consultazione di queste ‘tabelle’ pre-stilate non sempre risulta agevole, dovendo fare a volte calcoli complessi sui dietimi e altri tipi di informazione. Questi aspetti, tra le altre cose, non sono utili per avere un’informazione generale sulla fattibilità rispetto alle somme ottenibili in funzione di un’ipotetica rata più o meno sostenibile.

Per evitare queste complicazioni si può però usare il simulatore presente sul sito dell’Inps che non va confuso con il sistema previsto da NoiPa. Quest’ultimo infatti permette agli aventi diritto di fare una simulazione precisa e puntuale entrando nell’area personale con le proprie credenziali.

Il simulatore sul sito dell’Inps può invece essere usato da chiunque, quindi anche da chi non ha credenziali per accedere. Non solo permette di fare una simulazione per tutte le tipologie di prestiti Inpdap per dipendenti pubblici in possesso dei requisiti necessari quali l’iscrizione al Fondo Unitario. Dopo queste doverose premesse vediamo come usare questo tool e che informazioni ci permette di ottenere.

Per la precisione bisogna:

  • Andare sulla pagina ufficiale dell’ente raggiungibile al seguente link
  • Decidere il tipo di simulazione che si vuole effettuare tra Simulazione Prestito, Simulazione Prestito per Rata Ideale, Simulazione Prestito per Importo Specifico e cliccarci sopra (nel nostro esempio abbiamo scelto Simulazione Prestito);
  • Inserire i dati richiesti negli appositi spazi (in questo caso sono necessari solo lo stipendio netto mensile e l’età del richiedente)
    Cliccare su ‘Simula’ e vedere le proposte che sono riportate in funzione dei parametri inseriti (se si vogliono cambiare parametri si deve cliccare su ‘Pulisci’);
  • Selezionare il tipo di prestito che è più vicino od adeguato alle proprie necessità
  • Vedere nel dettaglio le informazioni sulle tipologie riportate.

Attenzione! Si tratta di un semplice tool di calcolo che non permette quindi di passare alla fase di richiesta formale per la quale si devono usare le modalità telematiche e la modulistica prevista dal regolamento.

(Fonte simulazione: sito ufficiale Inps – Data: 14 agosto 2019)

Tipologie di prestiti accessibili ai dipendenti statali e pubblici

Rimangono in vigore le due possibilità, legate ai differenti orizzonti temporali di breve e lungo periodo e cioè:

  • il Piccolo prestito Inpdap (da 12 a 48 mensilità) per quello breve;
  • il prestito pluriennale per quello di lungo (con durata fino a 5 o fino a 10 anni).

Il piccolo prestito è di tipo personale, quindi non finalizzato, e non necessita di particolari procedure, e nemmeno di documentazione giustificativa necessaria invece per quello pluriennale che, in alcuni casi, può essere sostituito dall’autocertificazione come per le richieste di finanziamento legate alla prima casa (vedi anche Prestiti per ristrutturazione edilizia).

I requisiti per accedervi sono abbastanza rigidi, in quanto bisogna aver maturato almeno 4 anni sia di contribuzione del fondo delle gestioni unitarie e delle prestazioni creditizie, che di anzianità vera e propria.

(Fonte: sito ufficiale Inps – Data: 14 agosto 2019)

Tassi d’interesse Inps

I tassi di interesse del prestito pluriennale Inps ex Inpdap (sia quello a 60 rate che quello da 120 rate) sono definiti dal regolamento per cui un loro cambio è possibile solo in funzione di variazioni del regolamento stesso. Al 13 agosto del 2019 sono fermi al 3,5% con in più lo 0,5% per le spese amministrative. Invece per il piccolo prestito il tasso viene definito quando c’è lo stanziamento dell’apposito fondo. Dall’ultima comunicazione sul sito dell’Inps è pari al 5% più lo 0,50% per spese di gestione.
Per entrambi i tipi di prestito è necessario che la somma stanziata dall’ente sia ancora disponibile, altrimenti saranno soddisfatte solo le domande presentate fino alla sua capienza. Coloro che non rientrano nell’assegnazione possono fare domanda per la tranche successiva oppure possono richiedere il prestito pluriennale garantito, che viene erogato dalle banche in virtù di specifici accordi con l’ex Inpdap. In questo caso però i tassi di interesse non sono unici ma dipendono da quello deciso dalla banca stessa, mentre i requisiti da possedere per la loro richiesta sono gli stessi previsti per quelli diretti.
(Fonte: sito ufficiale Inps – Data: 14 agosto 2019)

La valutazione delle tabelle Inpdap

Per conoscere l’effettivo peso economico dei prestiti Inps, non si devono trascurare le tabelle Inpdap, che indicano le percentuali in base alle quali si determina la somma ‘in più’ (rispetto al tasso applicato e al contributo di gestione) che si va ad aggiungere, diventandone parte integrante, alla rata mensile pagata.

Per comprendere il funzionamento delle tabelle, basta sapere due cose: la percentuale aumenta sia al crescere del “rischio” legato al finanziamento, quindi s’innalza con l’aumentare dell’età del richiedente (sia al momento della richiesta che a quella di scadenza del prestito) che in funzione della durata del finanziamento stesso, all’interno di un intervallo molto ampio.

Quest’ultimo parte da una percentuale minima dello 0,17% per arrivare fino al 22,29%, se si considera l’età minima e la durata minima annuale nel primo caso, paragonata con l’età massima e la durata decennale per il valore superiore al 22%.
(Fonte: sito ufficiale Inps – Data: 14 agosto 2019)
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