Prestiti invalidi civili Inps – Quali alternative?

Prestiti invalidi civili Inps – Quanto si può chiedere sulla pensione di invalidità?

Lo status riconosciuto di invalido civile può portare al diritto di percepire una pensione di invalidità di importo che può andare da poche centinaia di euro a qualche migliaio. Il tutto dipende dalle cause che hanno portato alla condizione di invalidità, alla gravità o percentuale riconosciuta e a seconda che questa condizione possa essere superata nel tempo, con il rischio che l’Inps revochi il diritto alla pensione (ipotesi di invalidità rivedibile). A riguardo quale impatto si ha nei confronti dei prestiti per invalidi civili Inps e quali le possibili alternative?

Quali prestiti si possono richiedere?

Coloro che hanno elevate percentuali di invalidità hanno avuto e continuano ad avere difficoltà enormi per integrare il proprio reddito. Nel caso in cui ci fosse anche non autosufficienza potrebbe essere accordato l’assegno di accompagnamento. A queste difficoltà si aggiungono quelle legate all’accesso al credito, infatti, a differenza di ciò che si pensa, nelle condizioni di invalidità non è assolutamente più semplice trovare mutui agevolati e finanziamenti con maggiori facilità di accesso in generale (vedi anche Finanziamenti facili senza busta paga).

Prima di mettersi alla ricerca di un finanziamento, bisogna tener presenti le limitazioni volute e imposte dallo stesso legislatore ed a queste aggiungere quelle applicate dalle banche e dalle finanziarie coinvolte. Infatti non esistono dei veri e propri prestiti invalidi civili Inps, anzi ci sono delle restrizioni molto ben definite che in primis coinvolgono la cessione del quinto. Per fare chiarezza a riguardo, diversi anni fa lo stesso Inps specificò in modo chiaro che la pensione di invalidità civile non può essere utilizzata per fare una richiesta di cessione del quinto. Ciò è dovuto alla natura stessa del tipo di assegno che l’ente paga agli invalidi: si tratta di assegni volti alla sussistenza e che rientrano nelle forme di assistenza sociale. Quindi viene escluso a monte, indipendentemente dalla fattiva quota cedibile.

Perché non si può richiedere la cessione del quinto?

Facciamo un esempio per fare chiarezza. Quando un qualsiasi pensionato (pensione non di invalidità ma proveniente da reddito da lavoro) farà richiesta della cessione del quinto della pensione, dovrà tener presente che all’importo ottenuto ogni mese, in fase di calcolo della somma che può essere concessa, sarà sottratta la quota cedibile. Ricordiamo che per ottenere la quota cedibile si prende il reddito netto e da questo si sottrae l’importo della pensione sociale. Per semplicità ipotizziamo che questa sia pari a 500 euro, e che la pensione sia di 1000 euro. Il calcolo della rata di cessione del quinto sarà fatta su 1000-500 euro = 500 euro x 20% = rata massima di rimborso pari a 100 euro mensili.

Nel caso in cui in aggiunta alla pensione da lavoro ci fosse anche un assegno di pensione di invalidità (supponiamo pari a 300 euro) il calcolo sarebbe: 1300 euro mensili (pensione da lavoro più 300 euro di pensione di invalidità) – 300 euro (per la pensione di invalidità) – 500 euro (pari all’assegno sociale) = 500 x 20% = 100 euro. Ovviamente se il reddito coincidesse interamente con la pensione di invalidità allora la richiesta non verrebbe assolutamente presa in carico dall’istituto interpellato.

La legge non dice nulla sulle altre forme di prestito. Quindi se si ha una buona pensione di invalidità, si potrà tentare la strada del prestito personale generico. Nella maggioranza dei casi verrà richiesto comunque l’inserimento di un garante, per rendere la pratica più “stabile”. Ovviamente le banche e le finanziarie, per questo tipo di finanziamento concedibile, impongono delle condizioni e delle limitazioni differenti, ma sono tutte orientate a ridurre sempre il rischio di insolvenza. Quindi saranno propense a rifiutare la richiesta di prestito se:

  • la pensione di invalidità proviene da una patologia grave, o comunque lo stato di salute del richiedente è ad alto rischio di decesso;
  • se la pensione di invalidità proviene da condizione fisica rivedibile (quindi con possibilità che l’assegno venga revocato);
  • se l’importo è troppo esiguo e non si potrebbe garantire un’esistenza dignitosa così come genericamente specificato dal codice civile.

Come trovare “condizioni agevolate”?

Il riconoscimento di elevate percentuali di invalidità e della 104 apre le strade a una serie di agevolazioni, che però non si riflettono direttamente nel caso di richiesta di prestiti invalidi civili Inps. E’ possibile trovare delle buone condizioni, ma solo se si cerca all’interno di convenzioni che le varie associazioni (ad esempio quelle di soldi, ciechi, mutilati, ecc) autonomamente stipulano con alcune banche o finanziarie.

E’ evidente che si tratta di accordi, che non hanno un carattere sistematico, e che impongono un’attenta attività di informazione e di ricerca. Esistono poi delle finanziarie che propongono dei prodotti specifici per gli invalidi anche civili. Tuttavia con queste società, se da una parte aumentano le possibilità di vedersi accordato il prestito di cui si ha bisogno, si va incontro al rischio di dover sostenere delle condizioni tutt’altro che agevolate, ma spesso molto più onerose rispetto a quelle che sosterrebbe una persona non invalida.

Oltre ai tassi più elevati ci sarebbe poi anche il costo legato alle assicurazioni fidejussorie. Nella maggior parte dei casi è infatti prassi che venga subordinata la concessione del finanziamento alla stipula di assicurazioni sulla vita. A loro volta le compagnie di assicurazione interpellate sono disposte ad accordare la copertura assicurativa facendo pagare premi più elevati. Quindi oltre all’aspetto della maggiore onerosità legata a tassi più elevati si va ad aggiungere anche quella legata alle spese accessorie come i premi assicurativi, con un costo complessivo di vari punti percentuali più elevato rispetto a quelli medi.

Le soluzioni più semplici e meno costose sono quelle in cui chi ha una pensione di invalidità si pone come garante o coobbligato di una persona che usa una fonte di reddito differente, così da sfruttare i tassi meno elevati, e ottenere delle condizioni nel complesso ragionevoli.

Conclusioni

Soprattutto di fronte ad alcune condizioni particolari, può sembrare anacronistico che non ci siano dei prodotti agevolati per chi può aver bisogno di ulteriore di liquidità anche per problematiche legate al proprio stato di salute. Spesso infatti l’assegno di invalidità si dimostra insufficiente a garantire una condizione di vita accettabile. Tuttavia non ci sono molte scappatoie per riuscire a superare una lunga serie di ostacoli e limitazioni, a meno che non si tenti la via dei normali finanziamenti. Qui il consiglio è sempre quello di partire da un semplice preventivo, e modulare la richiesta a seconda del tipo di risposta che i sistemi (soprattutto quelli online) sapranno offrire.

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