Prestito ditta individuale: anche per cattivi pagatori?

Prestito per aziende individuali: agevolato o bancario?

A chi richiedere un prestito per ditta individuale o partita Iva e quali le possibilità di avere successo? Due domande che tormentano e aprono la strada all’incertezza per coloro che hanno un progetto e vogliono aprire un’attività, ma non hanno molti capitali da investire immediatamente, ma anche per quelle ditte individuali già in attività, nelle quali a causa di disguidi, i titolari sono finiti come protestati o cattivi pagatori.

Non esiste una via unica per tutte queste variabili, ponendo al centro il fatto che dovrebbe essere solamente la ditta individuale a fare da garanzia alla banca, ma le possibili soluzioni di sicuro non mancano, anche se differiscono a seconda del momento in cui si fa la richiesta (ad esempio start up e avvio o attività già avviata) e la reputazione del titolare per quando riguarda il giudizio di affidabilità da parte delle banche.

I finanziamenti per le start up a persone fisiche dotate di partita Iva

Le vie ‘maestre’ sono sostanzialmente due e cioè:

  • quella del microcredito, per chi non vuole mettere in piedi un’attività con un bisogno di liquidità che ecceda i 25 mila euro (riferendosi agli uffici della regione competenti);
  • quella del prestito d’onore pensato in modo specifico per questa categoria di soggetti (come nel caso di quello accessibile tramite Invitalia).

Se invece ci si vuole rivolgere a una banca, al di fuori del sistema di incentivazione od agevolazione di accesso, allora bisogna presentare delle garanzie personali piuttosto forti, che possono essere rappresentate dal reddito degli ultimi due anni oppure da un immobile, un garante o una fidejussione bancaria di un parente con il quale c’è un legame normalmente abbastanza stretto.

I prestiti per chi è già in attività

In questo caso, a meno di progetti particolari come quello di internazionalizzazione e digitalizzazione, attuabile tramite i finanziamenti europei, bisogna per forza di cose seguire l’iter normale previsto dalle banche. Quindi ultimi due modelli di unico, ed eventuale presentazione di garanzie accessorie.

La situazione diventa più complicata nel caso in cui il richiedente, titolare di una ditta individuale “sana” e produttiva, sia (anche per questioni non riguardanti l’attività lavorativa in questione), protestato o cattivo pagatore.

In quest’ultimo caso, pagando dei tassi di interesse più elevati, si può anche accedere a forme di finanziamenti che le banche destinano alle ditte, invece per i protestati le alternative sono praticamente ridotte ai finanziamenti cambializzati, ovvero assistiti da cambiale, o tramite il mutuo di liquidità con ipoteca su un immobile.

Esempi di banche

  • La sezione delle Poste Italiane dedicata a coloro che sono titolari di partita Iva, prevede: il fido Affari (fino a 5000 euro), il Prontissimo Affari e quello Impresa 50;
  • Unicredit, all’interno della linea Imprendo, prevede sia fidi che prestiti specifici, a partire dalla sottoscrizione di uno dei conti correnti dedicati;
  • Con Bnl c’è sempre Revolution Imprese, prevede una serie di offerte dedicate a coloro che hanno partita iva ed alle imprese.

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