Ristrutturazione del debito – La legge fallimentare italiana

Come funziona la ristrutturazione del debito: una concreta soluzione al fallimento?

La ristrutturazione del debito (in inglese debt restructuring) è un’alternativa al concordato preventivo e può essere utilizzato per evitare il fallimento.

Può quindi essere utilizzato da un’azienda in crisi o grave dissesto (che può essere dovuto a ragioni di tipo fiscale, per lo svolgimento dell’attività, ecc), rivolgendosi sempre al tribunale competente territorialmente, ma senza dover essere in possesso dei requisiti previsti per il concordato preventivo con il quale condivide in parte l’iter per la richiesta e soprattutto gli effetti sospensivi nei confronti dei procedimenti esecutivi e cautelari (Vedi anche Come funziona il prestito d’onore).

Differenza con il concordato preventivo e iter

Al di là delle cause di esclusione (presenti proprio per il concordato preventivo), con la ristrutturazione del debito l’imprenditore deve partire da una serie di trattative da intrattenere con almeno il 60% dei creditori (nel concordato preventivo invece l’imprenditore redige un piano senza l’obbligo di coinvolgere i creditori).

In entrambi i casi l’imprenditore/debitore deve depositare nella cancelleria del tribunale un piano secondo il quale verrà effettuato il pagamento dei crediti, accompagnandolo con una relazione scritta da professionisti che attestino la fattibilità e la veridicità dei documenti di tipo economico (passivo, stato patrimoniale, ecc).

In più, con la ristrutturazione del debito, anche in fase di valutazione il debitore può chiedere la sospensione degli atti esecutivi intrapresi nel mentre dai creditori senza doverne attendere l’effetto automatico che si avrebbe nel momento della pronuncia del tribunale stesso.

Deve essere indicato anche un advisor che aiuti sia a compilare il piano di ristrutturazione del debito, che a vigilare che gli impegni vengano rispettati (sia come entità che come tempistica). Una volta raggiunto l’accordo e approvato il piano di ristrutturazione, questo verrà portato a conoscenza dei debitori non coinvolti con le trattative (o contrari se interpellati) i quali hanno 30 giorni di tempo dalla pubblicazione della richiesta per farvi opposizione (vedi anche Prescrizione cartelle Equitalia).

Se oltre ad esserci creditori “privati” c’è anche il Fisco, allora il debitore può fare domanda di transazione fiscale per risolvere i problemi con la sfera tributaria prima di procedere al pagamento dei vari debiti.

Conclusioni

La legge fallimentare nel corso dell’ultimo quinquennio è stata modificata a più riprese proprio per aumentare le possibilità di un’impresa in crisi di continuare con lo svolgimento dell’attività e per ridurre i tempi di soddisfacimento dei creditori, come dimostrano il concordato preventivo e la ristrutturazione del debito che non hanno un intento obbligatoriamente liquidatorio.

Spesso si sente parlare di ristrutturazione del debito pubblico, ma ovviamente al di là della denominazione, l’iter e la libertà di azione non permettono assolutamente di associare e accomunare le due condizioni.

Approfondimenti

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