Cessione del quinto con mutuo in corso: rischio od opportunità?
Le necessità nel corso della vita possono portare a dover chiedere più finanziamenti, ma non sempre questi possono coesistere tra di loro. Un caso che capita abbastanza spesso è quello di dover richiedere una cessione del quinto quando si ha già un mutuo in corso, o viceversa. Vediamo quindi queste due differenti ipotesi.
Quando c’è già un mutuo
Se si è nella condizione di dover richiedere nuova liquidità e si ha già un mutuo in corso è essenziale fare alcune premesse sul rapporto rata/reddito e cioè:
- la cessione del quinto prevede per legge che la rata non possa superare il 20% dello stipendio netto mensile;
- nel concedere un mutuo le banche hanno criteri di definizione della rata massima diversi, che possono andare da un 30% fino a un 40% circa (si tratta di percentuali sempre di massima, che possono anche risultare inferiori o leggermente maggiori), e in generale si dice che la rata del mutuo non dovrebbe superare un terzo dello stipendio, quindi con una media di un 33%.
La cessione del quinto ha dalla propria parte il vantaggio che la finanziaria interpellata non è costretta a valutare l’esposizione debitoria del richiedente (vedi anche cessione del quinto con segnalazione Crif). Infatti la cessione avendo una trattenuta a monte sullo stipendio è sicuramente rimborsata.
Negli ultimi anni, in cui il livello e il numero dei sovra indebitati è molto cresciuto, si ha però la tendenza a valutare se la situazione reddituale del richiedente permette di poter concedere anche la cessione del quinto con il mutuo già in corso. In sostanza ci si deve accertare che la situazione dal punto di vista debitorio non diventi troppo pesante.
In questa ottica si va a considerare la parte di reddito o stipendio già impegnata dalla rata del mutuo e si vede a che percentuale si può arrivare aggiungendo una cessione del quinto, dove comunque il 20% rappresenta la soglia massima e non è detto che possa essere raggiunta con la somma della percentuale della rata del mutuo.
Non essendoci un ambito normativo vero e proprio i criteri non sono univoci, o meglio, c’è solo un’indicazione, ovvero che lo stipendio netto non può risultare, in caso di trattenute a monte (come cessione, delega di pagamento e pignoramenti sullo stipendio) con una riduzione superiore al 50% che rappresenta appunto la soglia massima tollerabile per legge.
Quando c’è già in corso una cessione
Non possiamo fare lo stesso discorso nel caso di una cessione del quinto in corso a cui si vuole ‘aggiungere’ un mutuo. In questo caso nella maggioranza dei casi il consiglio dato per rendere la pratica del mutuo meno complicata è quella di estinguere in modo anticipato la cessione e poi accendere il mutuo.
Infatti in questo caso la banca si troverebbe già davanti una parte dello stipendio impegnato, che renderebbe difficile raggiungere la percentuale di una rata del mutuo tra il 30 e il 40% complessivo, dovendo questa percentuale aggiungersi al 20% della cessione del quinto.
Ovviamente questo discorso non vale nel caso in cui il mutuo presenti una rata molto bassa, per cui complessivamente si raggiungerebbero percentuali accettabili, o se si ha la possibilità di aggiungere garanti e coobbligati che possono rendere la situazione delle garanzie reddituali totali molto più forte. In quest’ottica è quindi preferibile scegliere piani di ammortamento molto lunghi per ottenere rate contenute.
Conclusioni
Al di là delle necessità mutevoli nel corso del tempo, il primo aspetto da valutare sempre è quello della propria situazione debitoria attuale. È essenziale non illudersi che la propria attuale situazione finanziaria pesante e difficilmente sostenibile possa in futuro sicuramente migliorare.
Il che significa che, se si decide di accendere entrambi i finanziamenti (o si è praticamente obbligati a farlo per mancanza di alternative valide) è necessario che già oggi la cessione del quinto e il mutuo in corso, o il viceversa, siano ampiamente sostenibili (vedi anche Troppi debiti – Come diminuire il peso delle rate).
Cosa succede nel caso di un pignoramento?
Ricordiamo tra le altre cose che, anche nel caso di un pignoramento, sia la rata della cessione del quinto (che viene detratta a monte dal datore di lavoro) che l’addebito automatico legato al pagamento (cosiddetto Rid) della rata di mutuo vengono contemplate. Questo perché il quinto pignorabile deve essere calcolato solamente al netto delle imposte e non degli altri debiti contratti, prevenendo così la possibilità di aggirare il pignoramento stesso sottoscrivendo finanziamenti di varia natura.
(Approfondimento: Cessione del quinto dello stipendio e pignoramento)
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