Cessione del quinto tfr minimo: le cose importanti da sapere

Cessione del quinto: qual è il Tfr minimo

La cessione del quinto è legata a un reddito da pensione o lavorativo dipendente. In questo secondo caso si rimanda spesso anche al Tfr. Perché? Cerchiamo insieme di capire il suo ‘peso’ in una richiesta di cessione di quinto, quando è realmente ‘essenziale’ ed il suo importo minimo.

È ‘necessario’?

Partiamo da un assunto fondamentale: il Tfr per una banca o una finanziaria ha una funzione di garanzia e tutela. Ma perché troviamo una differenza di trattamento tra i dipendenti pubblici e quelli privati? Il funzionamento della cessione del quinto per le due categorie è infatti lo stesso e cioè la rata verrà trattenuta a monte sulla busta paga, prima del pagamento dello stipendio stesso.

La ragione è legata al rischio di perdita del lavoro. Infatti se in entrambi i casi il rimborso è assolutamente sicuro, lo rimane tale solo fino al momento in cui si svolge l’attività lavorativa. Ricordiamo che quando si perde l’impiego subentrerà l’assicurazione apposita, ma solo con il Tfr si restringe il rischio di insolvenza da parte del debitore.

salvadanaio con la scritta Tfr

Questo spiega il perché non è prevista come misura di garanzia nel caso della cessione del quinto della pensione, e il perché un dipendente pubblico o statale è trattato in modo differente rispetto a un dipendente privato.

Quale importo?

Una situazione con cessione del quinto senza Tfr è quindi possibile con certezza solo in caso di pensionati (vedi anche Prestito per pensionati). In tutti gli altri casi è generalmente richiesto il Tfr a garanzia, il cui minimo può variare tra l’ambito pubblico e privato e viene misurato in funzione dei ‘mesi’ in cui è stata maturata anzianità nella posizione lavorativa.

Per quanto riguarda i dipendenti pubblici generalmente l’anzianità lavorativa è in media di 3 mesi mentre per quelli privati le discrepanze tra i vari istituti di credito possono essere maggiori. Si parte (eccezionalmente) da almeno 6 mesi per arrivare, con maggiore frequenza, a 12 o 24 mesi.

A prescindere da questo aspetto ‘temporale’, l’istituto di credito valuterà anche l’importo visto che un’eventuale carenza di Tfr può essere legata non solo ai neoassunti. Il trattamento di fine rapporto potrebbe essere infatti ridotto anche da un’eventuale richiesta di anticipo del Tfr che ricordiamo può essere richiesto dai lavoratori con almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro.

Ovviamente il Tfr minimo condiziona anche l’importo che si può richiedere. In quest’ottica, con un Tfr accantonato molto basso, non ha quasi senso chiedere una cessione del quinto, che seppur comoda per certi versi, non sempre è la soluzione più veloce o più economica da richiedere.

mucchio di euro in banconota e monete con la scritta Tfr

Come superare il limite?

Proprio perché il Tfr minimo indica l’anzianità di servizio, non ci sono molte scorciatoie. La normativa sulla cessione è infatti molto precisa e non lascia troppo spazio alle interpretazioni. Di conseguenza il mancato raggiungimento di un Tfr minimo può essere una della causa di rifiuto di concessione della cessione del quinto, quasi al pari della sua totale assenza.

È quindi essenziale scegliere l’istituto di credito più adeguato alle proprie necessità informandosi con certezza su questo aspetto. Per farlo è possibile effettuare una chiamata al servizio clienti (o recarsi in filiale) e chiedere quale è la soglia del Tfr minimo.

Approfondimento: Prescrizione Tfr

Appurato ciò è possibile vedere insieme al personale dedicato se può esserci un modo per rafforzare la garanzia anche con un Tfr molto ristretto, o con una soglia appena sufficiente a far accedere al finanziamento (ripetiamo con importi molto bassi). Nel caso in cui il Tfr minimo accumulato è oggettivamente insufficiente si dovranno valutare altre soluzioni facendosi fare più preventivi e scegliendo in base alla convenienza ma anche in funzione delle possibilità di ottenere ciò di cui si ha bisogno.

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