Diffida ad adempiere: come farla e cosa tutela

Diffida ad adempiere: cos’è e cosa scrivere nella lettera

Con la diffida generica si intima a qualcuno di non effettuare una determinata azione (ovvero si produce un effetto contrario alla messa in mora), mentre con la diffida ad adempiere si ingiunge all’adempimento prestabilito dal contratto, dando un termine ben specifico che, se non rispettato, porterà automaticamente alla risoluzione del contratto.

Si tratta quindi di uno strumento che viene usato spesso nei confronti dei fornitori di servizi (Fastweb, Tim, Enel, non ha importanza sulla tipologia ma sul “rapporto” di fornitura) e nel preliminare di compravendita.

Conseguenze ed effetti

Nel momento in cui viene notificata la lettera di diffida ad adempiere, e viene indicato un termine massimo (che non può essere inferiore ai 15 giorni) perché l’adempimento avvenga (vedi anche Ho bisogno di soldi), dopo di che il contratto si considererà concluso, si possono avere fondamentalmente due effetti:

  • il fornitore/debitore (in senso lato) adempie nei termini indicati il proprio obbligo contrattuale, quindi il contratto prosegue;
  • il fornitore o debitore non adempie per cui il contratto si considera concluso.

In pratica con questo sistema si vuole fondamentalmente ottenere la risoluzione del contratto, “rischiando” che si debba proseguire solo nel caso in cui il debitore provveda a quanto richiesto nei termini prestabiliti.

Forma e contenuto della lettera

Non è necessario avere un modulo o una lettera prestampata, ma è sufficiente che questa contenga delle indicazioni e/o informazioni fondamentali e cioè:

  • indicazione del tipo di prestazione attesa, e situazione attuale, con indicazione specifica delle eventuali discrepanze;
  • richieste esposte in modo chiaro e puntuale;
  • intimazione all’esecuzione entro il termine (generalmente di 15 giorni) specificando che se tale termine non dovesse essere rispettato, allora il contratto si considererà risolto (rimandando all’articolo 1454 del codice civile).

Inoltre deve essere fatta con raccomandata A/R oppure via mail tramite pec.

Conclusioni

La diffida ad adempiere va utilizzata senza indugio nei casi in cui si vorrebbe ottenere la liberazione da vincoli contrattuali che non soddisfano più ma, specialmente quando si tratta di un contratto di fornitura di servizi, ci si deve tenere pronti con soluzioni sostitutive di emergenza, per evitare che ci si ritrovi scoperti e in una situazione di disagio (vedi anche Prestito non pagato).

In quest’ottica prima di firmare un contratto, pur sapendo che si può avere questo strumento come eventuale arma di liberazione, è preferibile valutare con attenzione le condizioni oltre che la serietà e puntualità del provider.