Prestito prima casa: meglio mutuo o finanziamento?

Prima casa: prestito personale, Inpdap o mutuo tradizionale?

Il prestito dedicato all’acquisto della prima o seconda casa per eccellenza è il mutuo, ma non rappresenta l’unica via percorribile. Il suo maggior successo è stato decretato dalle agevolazioni fiscali.

Infatti sui tassi bisogna fare un discorso a parte, perché per molti anni il livello è stato quasi in linea tra quello dei mutui e quello dei prestiti personali, e solo di recente, anche grazie ad un costo del denaro particolarmente basso, e allo scoppio di qualche scandalo, c’è stata una netta separazione tra di loro.

I mutui agevolati, per le categorie privilegiate

Le categorie più svantaggiate da alcuni fattori, che non hanno nulla a che fare con la componente reddituale, come le giovani coppie, sono quelle che possono fare affidamento, sia a livello nazionale, ma molto spesso anche a livello regionale, sull’accesso a forme privilegiate di prestito per l’acquisto della prima casa.

Come uniche limitazioni ci sono quelle che riguardano il possesso di determinati requisiti e gli importi del mutuo e valore dell’immobile. Ma si tratta veramente di condizioni di scarsa rilevanza? Purtroppo le cose non stanno esattamente così.

Molto spesso questi “requisiti” obbligatori inibiscono l’accesso alle forme di finanziamento agevolate proprio a coloro che ne avrebbero maggiormente bisogno. Un discorso analogo lo merita anche il prestito Inpdap, e non solo per quanto riguarda il mutuo ma anche per il prestito pluriennale, che tra le finalità prevede anche la richiesta per l’acquisto della prima casa.

Anche qui sono le limitazioni soggettive a far sorgere non poche perplessità, ma la voce che pesa di più negativamente è quella dei tempi di erogazione. Il che spinge molti a richiedere un mutuo con l’idea di fare la surroga poi con l’ex Inpdap, ma bisogna fare molta attenzione al passaggio, perché le limitazioni tendono addirittura ad infittirsi, ritrovandosi invischiati in un mutuo poco conveniente preso frettolosamente solo per velocizzare le procedure di acquisto.

Il prestito alternativo al mutuo: la cessione del quinto

Ovviamente se non si segue la via del mutuo si deve rinunciare anche alla detrazione fiscale, ma a volte questa possibilità risulta comunque infruttuosa, per cui si possono valutare altre situazioni, che non devono andare incontro a valutazioni di merito (che nel caso dei mutui sono molto meticolose e pignole).

Tra queste, come ‘scelta regina’, spicca la cessione del quinto, che per alcuni è addirittura la sola via percorribile, come protestati e cattivi pagatori (vedi anche Registro informatico dei protesti). Risulta un po più costosa dal punto di vista assicurativo, ma non ci sono le spese legate all’erogazione di un mutuo, compreso il relativo onorario del notaio e le spese per l’iscrizione dell’ipoteca.