Fesr: che cos’è il fondo Ue per lo sviluppo regionale?

Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale: competenze e finalità

Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, è uno dei fondi europei nel quel viene convogliata una parte cospicua dei fondi totali. Gli obiettivi da raggiungere tramite i finanziamenti di questo fondo (molti dei quali sono a fondo perduto od agevolati) sono incentrati sul miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini dei vari Stati Europei, con una particolare attenzione a:

  • ricerca e innovazione;
  • agenda digitale;
  • il sostegno alle pmi;
  • l’incentivazione dello sviluppo di un’economia “green” a basse emissioni di carbonio.

Come avviene la suddivisione dei finanziamenti del Fesr?

La ripartizione dei finanziamenti europei destinati al FESR è regolata secondo il principio della “concentrazione tematica”, con delle linee guida ben precise che dipendono dal livello di sviluppo di ciascuna zona o Regione destinataria. In particolare:

  • per le zone ad alto sviluppo economico, l’80% dei fondi va concentrata su due obiettivi prioritari;
  • per le zone a medio (transizione) sviluppo economico, la percentuale scende al 60%;
  • per le zone a basso sviluppo economico, la percentuale ‘fissa’ si ferma al 50%, lasciando più libertà di definizione delle priorità e degli stessi obiettivi.

La destinazione dei fondi, come somme stanziate per ciascuna Regione, dipende anche dalla situazione economica di ciascuna zona, dando priorità a quelle che vivono in condizioni di svantaggio (rientrandovi anche le situazioni sociali e geografiche), per cui non c’è uno stanziamento paritario, ma fortemente disomogeneo.

Il Fesr per il 2014?

Molti fondi Ue hanno già definito i regolamenti per la destinazione dei fondi per il prossimo periodo programmatico, ovvero fino al 2020. Per il fesr non c’è stata ancora alcuna determinazione in tale senso, soprattutto per la persistenza dei problemi legati ad alcuni aspetti (come l’agenda digitale) e la sussistenza di somme residue nei rispettivi fondi regionali, che ha portato numerose amministrazioni a dare il via a fondi rotativi (soprattutto per le pmi, come è avvenuto in Lazio, Puglia, Sicilia, ecc), con il rinnovo di bandi che di fatto si riferiscono al quinquennio precedente, scaduto con il termine del 2013.

Quindi il 2014 si è presentato sostanzialmente come un anno di transizione, mentre a partire dal 2015 dovrebbe essere definito il nuovo regolamento, con la determinazione anche dell’ammontare dei fondi destinati a ciascuno Stato ed a ciascuna Regione.

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