Cessione del quinto dipendenti statali: quali sono i vantaggi?

Cessione del quinto dipendenti pubblici: convenzioni o prestiti INPS (ex Inpdap)?

I dipendenti pubblici o statali in cerca di liquidità hanno la possibilità di richiedere, oltre che i classici prestiti personali o finalizzati, anche la cessione del quinto.

Indice articolo

Cos’è la cessione del quinto?

Si tratta di una particolare forma di prestito personale a cui possono accedere esclusivamente i lavoratori che dispongono di busta paga o i pensionati.

La somma richiedibile non è fissa ma dipende dalla propria entrata mensile in quanto la rata di rimborso non può superare il 20% dello stipendio/pensione netti. Quindi, più è alto lo stipendio/pensione, più alta sarà la cifra massima che potrà essere richiesta in base alla durata scelta per il piano di ammortamento (da un minimo di 24 ad un massimo di 120 mesi).

Il rimborso avviene a mezzo di piccole trattenute sulla busta paga/cedolino della pensione ad opera del datore di lavoro (per i dipendenti) o dell’INPS (per i pensionati). Proprio per questo la cessione del quinto non richiede ulteriori garanzie, risultando accessibile anche ai cattivi pagatori o a chi ha già altri finanziamenti in corso.

Infine, la cessione del quinto è per legge sempre accompagnata da una polizza assicurativa obbligatoria che copra il debito nel caso di morte o perdita del lavoro del richiedente.

Quali vantaggi per i dipendenti pubblici e statali?

Solitamente i dipendenti pubblici e statali spuntano tassi di interesse più bassi in quanto gli istituti di credito valutano come “molto sicura” la busta paga pubblica e, quindi, il finanziamento in questione viene considerato a basso rischio di insolvenza.

Inoltre, i dipendenti pubblici e statali hanno la possibilità di raddoppiare la somma massima richiedibile accostando alla cessione del quinto dello stipendio il prestito con delega di pagamento, ovvero una seconda cessione del quinto, impegnando per il rimborso un ulteriore 20% dello stipendio netto (40% in totale).

Infine, i dipendenti pubblici e statali possono usufruire di ulteriori agevolazioni (di tasso e/o di procedura) in virtù di apposite convenzioni stipulate tra l’istituto di credito al quale ci si rivolge e la propria amministrazione di competenza (NoiPA, il MIUR, il MEF, le Forze Armate ecc).

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Come funziona?

Il dipendente pubblico o statale intenzionato a richiedere una cessione del quinto dello stipendio deve innanzitutto richiedere presso la propria amministrazione il Certificato di stipendio, ovvero un documento che deve riportare la data di assunzione, la retribuzione lorda e netta (annua e mensile), il TFR maturato e le eventuali trattenute o pignoramenti già presenti sullo stipendio. Questo documento è indispensabile per permettere alla banca/finanziaria di calcolare l’importo massimo della rata mensile di rimborso e quindi la massima cifra concedibile in base alla durata scelta.

Presso la propria amministrazione di appartenenza ci si può inoltre informare sulla eventuale presenza di convenzioni attive per la cessione del quinto, in modo tale da conoscere gli istituti di credito che potrebbero offrire condizioni agevolate.

Successivamente si passa alla fase di reperimento di due o più preventivi personalizzati, dando la precedenza alle banche o finanziarie che hanno attiva una convenzione con la propria amministrazione. E’ importante che i preventivi abbiano stesso importo e durata in modo tale da poter confrontare il TAEG per valutare la maggiore o minore convenienza di uno rispetto agli altri.

Solo dopo aver individuato l’offerta migliore in base alle proprie esigenze si può passare alla fase di richiesta vera e propria, presentando presso l’istituto di credito scelto documento d’identità, codice fiscale, certificato di stipendio e ultime due buste paga.

Dopo la fase di istruttoria, la firma del contratto, l’emissione della polizza obbligatoria e la notifica al datore di lavoro, il denaro sarà erogato sul conto corrente del richiedente. Dalla presentazione della domanda di cessione all’erogazione solitamente passano dai 12 ai 20 giorni lavorativi. Non si tratta quindi di un prestito veloce e quindi non è indicato a chi ha urgenza di liquidità. In tal caso un classico prestito personale ha sicuramente tempistiche più rapide.

Esempi 2023

Per farci un’idea su quanto può costare una cessione dello stipendio oggi, ho cercato sui siti di alcune note banche alcuni esempi. Nella prima tabella sono riportate le condizioni offerte all’8 settembre 2023 da IBL e Findomestic per una cessione del quinto dello stipendio con durata di 120 mesi e rata di 179/180€. La simulazione è stata effettuata ipotizzando che il richiedente sia un dipendente pubblico di 40 anni con 10 anni di anzianità di servizio.

Findomestic IBL
importo del credito 15.715€ 16.000€
rata 180€ 179€
TAN 6,69% 5,22%
TAEG 6,91% 6,35%
importo totale dovuto 21.600€ 21.480€

In questo caso, come si evince dai dati in tabella, le due offerte sono molto simili tra loro e osservando TAN e TAEG possiamo dire che probabilmente nella casistica osservata, al momento, la cessione del quinto è più conveniente di un prestito personale.

Analizziamo invece cosa accade a TAN e TAEG con l’aumentare dell’età anagrafica del richiedente. Questa volta in tabella riporto le offerte di cessione del quinto dello stipendio proposta da Findomestic e Intesa Sanpaolo nel caso di un dipendente pubblico di 50 anni con 20 anni di anzianità lavorativa. Durata 120 mesi e rata mensile di 200€

Findomestic Intesa Sanpaolo
importo del credito 17.218€ 13.940€
rata 200€ 200€
TAN 7,01% 12%
TAEG 7,24% 12,72%
importo totale dovuto 24.000€ 24.000€

In questo caso le due offerte presentano TAN e TAEG più elevati rispetto all’esempio precedente, perché l’aumento dell’età anagrafica del richiedente incide negativamente sia sugli interessi applicati al prestito che sul premio della polizza assicurativa obbligatoria (nel nostro esempio ciò è particolarmente evidente con Intesa Sanpaolo).

(Fonte: siti ufficiali Findomestic, IBL e Intesa Sanpaolo; Data rilevazione: 08/09/2023)

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L’alternativa dell’INPS: come effettuare una simulazione

Se il dipendente pubblico o statale in cerca di un prestito non ha particolare urgenza ed è in possesso dei requisiti necessari all’accesso, può richiedere il Prestito Pluriennale INPS, ovvero un prestito agevolato sotto forma di cessione del quinto dello stipendio erogato direttamente dall’INPS a favore degli iscritti alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e sociali.

Se si è in possesso dei requisiti richiesti (anzianità di iscrizione e contribuzione al Fondo di almeno 4 anni e contratto a tempo indeterminato o determinato con durata di almeno 3 anni) e la motivazione per cui si richiede il prestito rientra tra quelle indicate nell’apposito Regolamento si potrà presentare la domanda per via telematica sul portale INPS.

Si tratta sicuramente della soluzione più conveniente da un punto di vista prettamente economico, visto che il TAN applicato ai Prestiti Pluriennali INPS è pari a 3,50%. A questo vanno aggiunti il contributo delle spese di amministrazione dello 0,50% e la quota del Fondo Rischi (che rende più conveniente il TAEG per chi è più giovane, visto che le tabelle prevedono degli incrementi percentuali piuttosto sostenuti mano a mano che avanza l’età).

Di contro le limitazioni a cui bisogna sottostare sono notevoli, soprattutto per il tipo di impiego che verrà fatto della liquidità che viene richiesta, e per le somme massime che possono essere concesse ad esempio nel caso di:

  • un evento come la nascita di un figlio si arriva al massimo a 5 mila euro;
  • acquisto auto 20 mila euro;
  • manutenzione casa di residenza 30 mila euro;
  • trasloco 15 mila euro;
  • matrimonio 23 mila euro;
  • acquisto casa (ma non è un mutuo e quindi non beneficerebbe della detrazione degli interessi) 150 mila euro.

Le somme massime che saranno concesse dipendono a loro volta anche dall’importo della rata che può essere restituito e che, come sappiamo, non potrà superare il quinto dello stipendio netto.

Infine, bisogna tenere ben presente che un Prestito Pluriennale INPS ha tempistiche decisamente lunghe, infatti tra la presentazione della domanda e l’erogazione sul proprio conto della somma concessa passano circa 75 giorni.

Per chi fosse interessato, sul sito ufficiale INPS è possibile effettuare una simulazione del Prestito Pluriennale con un apposito tool senza bisogno di registrarsi o di entrare nella propria area personale.

Conclusioni

Tirando le somme, la prima scelta dovrebbe essere il Prestito Pluriennale INPS, che mantiene un tasso fuori mercato, con il suo TAN 3,5%.

Se, però, non si rientrasse nelle motivazioni ammesse o si dovesse avere premura, ma allo stesso tempo non si vuole rinunciare ai vantaggi di un trattamento economico di “favore” allora la via di mezzo (anche abbastanza facile da percorrere) rimane quella delle convenzioni. In questi casi bisogna rivolgersi agli autori dell’accordo o ai soggetti informati, e manifestare sempre apertamente la volontà di volersi avvalere delle condizioni delle convenzioni, che nella maggioranza dei casi non vengono applicate automaticamente. Ovviamente rimane prioritario partire da un preventivo da confrontare con le “condizioni” non agevolate così da avere la certezza, e la prova, che quanto viene pubblicizzato come qualcosa di agevolato anche nei fatti lo è.

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Approfondimento: Piccolo prestito Noipa.

Guida

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