Non riesci a pagare un debito o un prestito? Ecco come fare
Quando si hanno dei debiti, provenienti da un prestito personale “legale”, il non pagare espone alle procedure esecutive, quindi alle azioni di pignoramento con cui il creditore potrà rivalersi su qualsiasi cosa abbia valore e che quindi non possono colpire solo coloro che sono da ritenere ‘nullatenenti’ .
Non pagare un prestito: conseguenze e rischi
Per non voler pagare un prestito o dei debiti bisogna avere l’assoluta certezza di non doverlo fare (vedi anche Cambiale non pagata). Il che implica che le somme richieste siano state concesse in modo illegale, altrimenti si può essere esonerati esclusivamente dal pagamento degli interessi maturati, mentre la restituzione del capitale va logicamente comunque fatta.
Attenzione!
In entrambi i casi il primo passo da compiere è quello di rivolgersi a legali specializzati. Se si ha il dubbio che il tasso applicato sul prestito sia un tasso di usura, allora ci si può rivolgere anche alle associazioni dei consumatori od alle associazioni preposte alla tutela delle vittime della criminalità e degli usurai.
Se invece, pur avendo la volontà di restituire i debiti contratti, non si hanno le possibilità di farlo, bisogna vedere quale via costituisca l’alternativa migliore (vedi Prestiti bancari).
Non pagare un prestito nei “tempi” quando non riesci
Prima di ritrovarsi con un decreto ingiuntivo, si può cercare un dialogo con la banca nei confronti della quale si hanno i debiti. Se si tratta di una finanziaria il discorso è più complicato, poiché in modo abbastanza automatizzato oltre un certo ritardo, la pratica viene passata a una società di recupero crediti e si innesca un iter quasi inarrestabile, fino al possibile pignoramento (approfondimento: Come difendersi dal recupero crediti).
Se nonostante il tentativo di accordo non si è trovata una soluzione, allora si può vedere se nella propria regione è previsto un microcredito di tipo “sociale”, oppure rivolgersi alla caritas diocesana (vedi Prestito Caritas), che oltre ad avere contatti con associazioni specializzate in situazioni critiche (come nel caso delle vittime del gioco d’azzardo o dell’usura), permette l’accesso al prestito della speranza.
Un’altra via, quando si ritiene di non dover pagare è quella di portare tutta la documentazione del prestito alle associazioni dei consumatori, ed esporre le ragioni secondo le quali si ritiene di non dover pagare: con una causa non è detto che si venga esonerati al 100% ma se ci sono delle motivazioni, si può guadagnare un po di tempo, e vedere se la situazione nel frattempo risulterà migliorata.
Prima di inviare comunque una lettera alla banca bisogna consultarsi con un legale, ed evitare conseguentemente di ‘mettere nero su bianco’ l’intenzione di non voler effettuare il rimborso dei debiti con le banche.
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