Prestiti a protestati e cattivi pagatori

Prestito personale a chi è protestato o è un cattivo pagatore

Le difficoltà che devono affrontare alcune categorie per ottenere finanziamenti anche di modesta entità sono innegabili, come i giovani, gli autonomi e i lavoratori precari. Ci sono poi delle condizioni che possono ulteriormente complicare l’excursus che porta alla delibera favorevole di una richiesta di finanziamento, come nel caso dei protestati e di coloro che vengono classificati e segnalati come “cattivo pagatore”. Tuttavia scegliendo alcune tipologie di prestito specifiche, si possono superare gli ostacoli che si possono incontrare.

I cattivi pagatori o i protestati possono ottenere un nuovo finanziamento in 3 modi diversi:

A questi si aggiunge anche il prestito con pegno, che incontra la limitazione di avere davanti pochi interlocutori a cui rivolgersi (tra le banche troviamo Unicredit).

Quindi, chi ha dimostrato di non essere un buon cliente deve fornire adeguate garanzie alla finanziaria che decide di concedere un nuovo credito o, come nel caso del prestito cambializzato, della cessione del quinto e del doppio quinto e del prestito su pegno, spostare l’attenzione dalla mera affidabilità del richiedente ad altri tipi di garanzie che per loro natura siano molto solide.

Riacquistare un buon grado di affidabilità creditizia

Un’altra strada per ottenere un nuovo prestito sarebbe quella di cancellare il protesto o regolarizzare la posizione di “cattivo pagatore”, richiedendo la cancellazione del proprio nominativo dai sistemi di informazione creditizia (SIC) / banche dati (in genere CRIF, ma esiste anche Experian, CTC, ecc.). Si tratta, però, di operazioni che richiedono notevoli perdite di tempo, che poco si adattano a chi ha urgente necessità di risolvere i propri problemi finanziari.

Ad esempio, una volta ottenuta la cancellazione del protesto dal registro informatico dei protesti, bisogna attendere almeno un anno dalla riabilitazione per richiedere un nuovo finanziamento, e si deve anche provvedere alla domanda al Tribunale per poter ottenere la possibilità di utilizzare i sistemi di pagamento che prima erano preclusi, con un iter che non si conclude in brevissimo tempo.

Anche la cancellazione del proprio nominativo dalle banche dati (CRIF) presenta i suoi svantaggi: in primo luogo, un cliente senza storico creditizio non potrà ottenere un prestito elevato in breve tempo. Dovrà prima costruirsi uno storico di pagamenti regolari, chiedendo un piccolo finanziamento, per poi passare ad un importo maggiore, successivamente. In questa fase è utile partire con la richiesta di una carta di credito, anche revolving, così da avere una linea di credito costante.

In secondo luogo, bisogna considerare anche l’ostacolo delle “banche dati interne”: un cliente, pur avendo richiesto e ottenuto la cancellazione in CRIF o in altre banche dati, non può pretendere o verificare che la finanziaria, presso la quale risultino pagamenti non puntuali o uno stato di insolvenza, cancelli la segnalazione negativa (il che può valere per grandi finanziarie come Compass o Agos, oppure banche come Findomestic, Bnl, ecc).

Prima di chiedere un prestito si dovrebbe agire in anticipo, provvedendo alla richiesta di una visura sulla propria situazione creditizia (ricordando che le segnalazioni positive sono molto importanti e non vanno mai cancellate), così da constatare se si è segnalati come cattivi pagatori. Questa procedura non serve logicamente per chi è protestato che conosce il suo status.

Se risulta una segnalazione si deve controllare il periodo a cui risale. Infatti il Garante sulla privacy è intervenuto stabilendo dei tempi certi, dopo i quali la banca deve effettuare le opportune cancellazioni dei dati in modo automatico. Se ciò non fosse stato fatto si deve segnalare tale omessa cancellazione così da ottenerla prima che la banca o la finanziaria prenda in carico la richiesta di finanziamento, indipendentemente dall’importo richiesto.

A chi rivolgersi?

Gli interlocutori possono essere diversi a seconda del tipo di prestito personale che si va a scegliere, ferme restando le limitazioni dettate dalla normativa vigente.

Analizziamo le differenti condizioni.

  • cessione del quinto
  • prestito su pegno
  • prestito cambializzato

Cessione del quinto

Può essere richiesta solo dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, che svolgano l’attività lavorativa presso aziende che sono considerate finanziabili. Quindi non è accessibile a chi è senza busta paga, ma rientra a pieno diritto tra quelli senza garante, in quanto è il reddito stesso a fare da garanzia. Simile per condizioni e requisiti è il prestito con delega o cessione del doppio quinto. Se la richiesta di cessione del quinto dovesse essere rifiutata bisogna informarsi sulla causa così da valutare le alternative o controllare che ci siano le condizioni per poter superare tali ostacoli.

Prestito su pegno

Può essere richiesto da chiunque senza alcuna valutazione sulla persona. La banca che accetta questo tipo di finanziamento si concentrerà solamente sulla valutazione del bene che viene dato in pegno. Questo tipo di finanziamento ha lo svantaggio di prevedere brevi tempi per la restituzione della somma richiesta, e il dover sopportare una copertura percentuale del valore del bene stimato discretamente più bassa rispetto al valore stesso.

Se possibile è preferibile rivolgersi alle banche che offrono questo tipo di servizio, e non ai punti specializzati che hanno sostituito i Monti di Pietà ma che a volte non godono di sufficiente controllo (non esistendo dei listini di valutazione che tutelino il proprietario dell’oggetto stesso). Il prestito su pegno avviene comunque tramite la stipula di un regolare contratto, che deve riportare il tasso applicato, le spese per la custodia del bene dato in pegno, e come si deve fare per tornarne in possesso (a volte non è sufficiente restituire la cifra prestata con gli interessi maturati ma si devono assolvere anche alcune formalità).

Prestito cambializzato

Questa tipologia di finanziamento può essere concesso da una banca, una finanziaria ma può rientrare anche nei prestiti tra privati (andrebbe sempre accompagnato dalla stipula di un contratto o una scrittura privata così da evitare qualsiasi problema anche con il Fisco).

E’ importante controllare che i tassi pattuiti non siano usurai, e si deve fare grande attenzione soprattutto alla compilazione della cambiale, al rispetto dei vari formalismi, all’indicazione della data. Può essere prevista anche la cambiale ipotecaria, che rafforza la garanzia con l’ipoteca, ma che ovviamente impone la partecipazione del notaio. Si tratta di una strada che difficilmente è però percorribile anche per i protestati.