Cos’è il reddito di cittadinanza? Informazioni utili
La campagna elettorale di qualche anno fa condotta da alcuni partiti politici della maggioranza (vedi anche Prestito Movimento 5 Stelle), e la disputa a distanza innescata con l’opposizione, hanno messo al centro del dibattito politico il “reddito di cittadinanza”, che se non altro è arrivato, dopo un lungo percorso ad ostacoli, allo studio del Senato, per poi essere approvato a inizio 2019 e partire con le domande già ad Aprile dello stesso anno.
Quando il disegno di legge era in discussione, capitava spesso che il reddito di cittadinanza venisse confuso con il reddito minimo o l’assegno sociale con i quali invece non c’entra nulla. Eccone le caratteristiche definitive.
Che cosa è il reddito della dignità?
A questa forma particolare di reddito sono stati dati numerosi attributi, ma lo scopo che dovrebbe perseguire è quello di garantire un’esistenza dignitosa a tutti i cittadini. In Europa se ne parla, come raccomandazione a livello comunitario, già a partire dal 1992, con numerosi richiami a trattati e ad altri documenti che sono stati emanati successivamente alla nascita formale della Comunità Europea.
Ciò non toglie che sono stati pochi i Paesi che vi si sono adeguati, e tra questi mancano quelli che hanno affrontato le peggiori difficoltà negli anni della crisi, come la Grecia e l’Ungheria. Ma come è stato messo in pratica (ad esempio in Olanda, ma in forme simili anche in Francia, Germania e Paesi del Nord Europa) anche in Italia?
Stabilendo innanzitutto un reddito mediano (e non minimo), che rappresenta la ‘soglia’ in grado di garantire una condotta di vita dignitosa. In pratica coloro che si trovano al di sotto di questa soglia (e possono essere anche lavoratori, o avere altre forme di reddito) ottengono un’integrazione così da raggiungere la cifra minima per un benessere soddisfacente. In Italia questo calcolo della soglia minima è stato individuato alla cifra di 780 euro.
Si parla di reddito di cittadinanza, perché spetta a tutti coloro che sono cittadini e in virtù della residenza quindi indipendentemente da tutti gli altri fattori legati al sesso, età (con qualche limitazione) e senza vincoli per la regione di appartenenza (sia che si tratti della Calabria o del Friuli).
Fatte queste doverose premesse, che sono state alla base della sua approvazione, vediamo quindi in cosa consiste il reddito di cittadinanza, come funziona e quali sono gli obblighi, i diritti e i requisiti necessari.
A chi spetta
Per ricevere il reddito di cittadinanza non è sufficiente avere i requisiti necessari. Bisogna infatti farne apposita richiesta che va indirizzata all’Inps. E’ in primis essenziale aver raggiunto la maggiore età. A questo si aggiunge la necessità di possedere i requisiti richiesti a livello reddituale e di Isee ricordando che il calcolo non viene fatto sul singolo richiedente, ma considerando tutti i redditi e i patrimoni che hanno tutti coloro che risultano nello stato di famiglia. Ricapitolando ed ampliando quanto detto fino ad ora sono essenziali i seguenti punti:
- la residenza: si deve essere residenti in Italia da almeno 10 anni (gli ultimi 2 in modo continuativo);
- la cittadinanza: italiana o Ue, ma ci sono eccezioni in quanto ne hanno diritto anche coloro che godono di protezione internazionale o sono rifugiati politici, ecc.
- limiti patrimoniali per i quali si devono considerare due aspetti: quello patrimoniale immobiliare (che deve essere inferiore a 30.000 euro senza calcolare l’abitazione principale), e quello patrimoniale mobiliare che dipende dal numero di membri del nucleo familiare (6.000 euro per single, aumentato di 1000 per ciascun figlio e di 5000 euro per disabili o 7500 se versano in handicap grave).
- la situazione dell’Isee che deve essere inferiore a 9.360 euro;
- i limiti del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui per chi ha casa di proprietà e 9360 euro se si è in affitto.
Il valore del reddito viene moltiplicato in base ad un’opportuna ‘scala di equivalenza’ che varia a seconda del numero di membri a carico con ulteriori modifiche in base all’età (se maggiorenni o minorenni) od in base alla presenza di portatori di handicap. Nel particolare si avrà un moltiplicatore pari a x1 per il primo membro del nucleo familiare, che viene aumentato di 0,4 per ogni membro maggiorenne e di 0,2 per ogni membro minorenne. Il valore massimo è comunque pari a 2,2 possibile solo nel caso di disabili gravi o non autosufficienti. Nella scala di equivalenza non sarà conteggiato chi:
- è sottoposto a misura cautelare;
- è in detenzione o in strutture sanitarie a carico dello stato per lunghi periodi;
- risulta imbarcato in a navi o imbarcazioni;
- ha acquistato con prima immatricolazione nei 6 mesi precedenti un’auto di cilindrata superiore a 1600 cc, e coloro che hanno dato dimissioni volontarie.
Come funziona?
Coloro che ne fanno richiesta, vengono sottoposti ad una valutazione da parte dell’Inps. Se considerati idonei, otterranno una somma come integrazione mensile per raggiungere la soglia di povertà (calcolata su base del nucleo familiare). L’importo ottenuto dipende quindi non solo dal calcolo fatto sulla situazione reddituale in base alla suddetta scala di equivalenza ma anche dalla presenza di altre forme di aiuti e sussidi già percepiti. Da segnalare anche un surplus nel caso del pagamento di un mutuo o di un affitto con regolare contratto. Per la precisione nel caso del mutuo si aggiungono fino a un massimo di 150 euro mensili, mentre nel caso dell’affitto massimo 280 euro.
Una volta riconosciuto il diritto al reddito di cittadinanza, si otterrà la somma con un accredito dell’importo calcolato sull’apposita carta connessa la reddito di cittadinanza che va ritirata alla Posta. I tempi sono di circa un mese (se la domanda viene fatta nei primi 6 giorni si percepirà la somma a fine mese o inizio del mese successivo). Se la somma che è stata ottenuta non viene interamente spesa in un mese nel mese successivo viene decurtata del 20%. Solo 100 euro possono essere usati come contanti e si può fare un solo bonifico al mese che dovrebbe servire per pagare parte dell’affitto o del mutuo.
Patti di lavoro
Il reddito di cittadinanza deve essere visto come un provvedimento temporaneo la cui durata massima è di 18 mesi (in seguito si può comunque far ripartire la richiesta), volto ad aiutare a migliorare la situazione personale e familiare con un conseguente ingresso nel mondo del lavoro. Proprio per questo richiedendo il reddito di cittadinanza si è tenuti a firmare il cosiddetto patto di lavoro attraverso cui si dà la disponibilità a:
- seguire i percorsi formativi;
- accettare le proposte di lavoro che potranno arrivare sempre più distanti dalla propria residenza (la sola eccezione è per chi ha a carico un disabile, che non può ricevere proposte oltre 250 chilometri).
In particolare, le proposte di lavoro dovranno seguire il seguente schema.
Proposte di lavoro entro 12 mesi dalla domanda di reddito:
- prima proposta: entro una distanza di 100 chilometri. Si potrà accettarla o rifiutarla;
- in caso di rifiuto la seconda offerta potrà arrivare da una distanza fino a 250 chilometri (si potrà accettare o rifiutare);
- in caso di rifiuto la terza offerta potrà arrivare senza limiti di distanza, su tutto il territorio italiano (non si può rifiutare o si perde diritto al reddito).
Proposta di lavoro giunte dopo 12 mesi dalla richiesta del reddito ma entro 18 mesi:
- prima proposta: entro una distanza di 250 chilometri (si potrà accettare o rifiutare):
- se si rifiuta, la seconda proposta può arrivare da tutto il territorio nazionale (si potrà rifiutare o accettare);
- stessa situazione per la terza proposta che non può essere però rifiutata.
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