Cessione del quinto 20000 euro: come fare?

Cessione del quinto 20000 euro: consigli utili

La richiesta di una cessione del quinto di 20000 euro rappresenta una via percorribile per dipendenti privati e pubblici e per i pensionati, mentre rimane un’alternativa non praticabile per chi vanta altre tipologie di reddito ( ad esempio lavoratori autonomi o imprenditori).

Per quanto riguarda la somma non parliamo di un importo troppo elevato, per cui il riuscire ad ottenere i 20 mila euro è un’impresa fattibile a condizione che si abbiano i requisiti minimi necessari.

Età

Un primo aspetto che ci può limitare è quello dell’età massima del richiedente anche se in tal caso dobbiamo distinguere tra dipendenti e pensionati per riuscire a capire chi ha maggiori possibilità di poter richiedere con successo questi importi.

Se il richiedente è un dipendente non ha molta importanza l’età anagrafica che si ha al momento della richiesta. Tranne che in rari casi si rimane infatti ampiamente al di sotto delle soglie massime di età accettabili, per cui si potrà sfruttare tutta la durata del piano di ammortamento, che nelle cessioni arriva fino a 10 anni. Questo aspetto rafforza quindi la possibilità di ottenere una cessione del quinto da 20000 euro anche se non si ha uno stipendio altissimo, perché potremo moltiplicare l’importo della rata (che ricordiamo non può superare il 20% dello stipendio netto) per ben 120 mensilità.

Se invece il richiedente è un pensionato allora bisogna fare maggiore attenzione, poiché si può avere un’età anagrafica vicino al termine massimo finanziabile. In questo caso, se si va incontro ad esempio ad una durata massima di due o tre anni, solo le pensioni particolarmente elevate possono ambire ad avvicinarsi a una somma di 20000 euro, altrimenti bisogna valutare altre alternative di finanziamenti.

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Anzianità della posizione lavorativa e pensioni

Il fattore tempo va considerato anche riguardo all’anzianità lavorativa maturata, ma da questo punto di vista il discorso va diversificato non solo tra pensionati e dipendenti, ma anche tra dipendenti pubblici e privati. Questo perché possiamo avere tre ‘scenari’:

  • pensionati: non ha importanza l’anzianità lavorativa, quella di approdo alla pensione e nemmeno il tipo di attività lavorativa che ha portato alla pensione. Infatti un lavoratore autonomo che in attività lavorativa non poteva accedere alla cessione del quinto, da pensionato può farlo;
  • dipendenti privati: spesso le banche e le finanziarie stabiliscono una durata minima di anzianità più elevata rispetto a quella riservata ai dipendenti pubblici, ma soprattutto usano il Tfr come ulteriore garanzia di rimborso. È chiaro che se non si ha un Tfr sufficiente a coprire la somma necessaria allora non si riesce a veder soddisfatta la propria richiesta. Anche in questo caso, con una durata breve di esperienza lavorativa, la cessione del quinto da 20000 euro potrebbe essere irraggiungibile anche a fronte di uno stipendio mensile più che sufficiente;
  • dipendenti pubblici: di norma, superata l’esperienza minima contrattuale richiesta, non sono applicate altre limitazioni, se non uno stipendio netto mensile sufficiente per ottenere 20 mila euro.

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A chi rivolgersi

Le banche e le finanziarie che offrono la possibilità di richiedere la cessione del quinto si spingono spesso ben al di là della soglia dei 20 mila euro come somma massima ottenibile. Detto questo, non c’è una politica di credito comune a riguardo, per cui non è possibile generalizzare. Non solo, spesso la somma massima proposta viene diversificata per le varie categorie mettendo in cima i dipendenti pubblici, poi i pensionati, e in coda quelli privati.

Fatte queste doverose premesse la somma da richiedere nel nostro caso specifico non è sicuramente un fattore limitante o che può indirizzare nel fare le proprie ricerche. Proprio per questo nella scelta dell’istituto di credito più adatto alle proprie necessità bisogna guardare più ai tassi applicati, alle scelte sull’età massima del richiedente e sulla possibilità di non sostenere il costo dell’assicurazione obbligatoria (si tratta dei casi in cui è la banca o la finanziaria che si fa carico del relativo costo).

Per fare questo tipo di valutazioni non si hanno scorciatoie perché non si possono usare i classici calcolatori online e, anche se si cercano dei simulatori per avere un’idea di massima, si viene quasi sempre rinviati a form di ricontatto. Quindi la possibilità di ottenere un calcolo o un preventivo è subordinato alla necessità di interfacciarsi con un consulente, il che rende l’iter poco snello e a volte costringe a impiegare dei tempi anche molto ampi.

L’importanza del preventivo

Questo limite si avverte ancora di più nel caso in cui si vogliano vari preventivi da confrontare. Ricordiamo infatti che perché un preventivo sia realmente utile e preciso si devono fornire delle informazioni molto specifiche che riguardano tanto il dipendente o pensionato che l’azienda per la quale si lavora (o l’Inps).

Nel caso di dipendenti privati la finanziaria o banca deve conoscere la situazione dell’azienda (che potrebbe non essere considerata idonea per una serie di fattori che il dipendente può non conoscere), mentre nel caso dell’Inps sono le valutazioni sulla quota cedibile che possono portare a un preventivo sovrastimato.

In conclusione se da una parte c’è il fastidio di non poter usare il classico fai da te con calcola rata o simulatori on line, dall’altra parte si potrà fare affidamento su preventivi precisi. Ovviamente bisogna accertarsi che si tratti di preventivi e non della richiesta vera e propria, che invece deve essere iniziata solo se prima è stata fatta una scelta consapevole e ponderata.

Importo Cessione