Credito al consumo in Italia: cos’è e come funziona
Il credito al consumo ha delle caratteristiche ben precise perché segue una specifica normativa che lo disciplina a livello legislativo. Nel seguente articolo cercheremo di fare chiarezza su cosa si intende per credito al consumo, chi può accedervi e quali sono le tipologie di finanziamenti che vi rientrano.
Indice
- Cosa si intende per “credito al consumo”?
- Fino a che importo?
- Prestiti che non rientrano mai anche se per uso personale
- Con o senza busta paga?
- Quali altri requisiti sono necessari?
- I costi e le condizioni
Cosa si intende per “credito al consumo”?
Per “credito al consumo” si intendono tutti i finanziamenti (prestiti personali o finalizzati, carte revolving e aperture di credito in conto corrente) richiesti dai “consumatori” (persone fisiche) esclusivamente per esigenze personali o familiari, che esulano quindi dallo svolgimento di un’attività lavorativa. I finanziamenti del credito al consumo, quindi, non sono accessibili ad aziende e società.
Facciamo un esempio: un lavoratore autonomo ha bisogno di un prestito per l’acquisto di un’auto. Se l’auto in questione sarà usata solo per esigenze personali e familiari il finanziamento richiesto rientrerà nel credito al consumo. Qualora, invece, il nostro lavoratore autonomo volesse farne un uso promiscuo, cioè volesse usare l’auto anche per la sua attività lavorativa avrà accesso comunque ad un finanziamento, al quale però non potrà essere applicata la disciplina del credito al consumo.
Fino a che importo?
Come altra discriminante entro la quale si continua ad applicare la normativa del credito al consumo abbiamo anche l’importo massimo: un importo che fino a qualche anno fa era fissato ad un massimo di 30 mila euro, ma che da qualche tempo è stato portato a 75 mila euro. Lo stesso discorso si applica nel caso di importi inferiori alla soglia minima che è pari a soli 200 euro (quindi sopra i 200 euro si applica la normativa mentre sotto no).
Prestiti che non rientrano mai anche se per uso personale
Ci sono poi dei finanziamenti che, anche se usati per motivazioni personali, non possono rientrare nel credito al consumo e sono:
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- i finanziamenti finalizzati all’acquisto di un terreno o di un immobile costruito o progettato;
- i finanziamenti con piano di ammortamento superiore ai 60 mesi se garantiti da ipoteca su beni immobili;
- gli sconfinamenti sul conto corrente o sul fido.
Con o senza busta paga?
Trovandoci sempre nell’ambito di finanziamenti, la richiesta di un prestito al consumo per andare a buon fine richiede la dimostrazione di una sufficiente capacità di rimborso.
Per questa ragione sono sempre necessari redditi dimostrabili, con o senza busta paga, oppure la presenza di un garante. In alcuni casi possono essere richieste come garanzie anche i beni che si stanno acquistando, il che accade con il prestito finalizzato.
Quali altri requisiti sono necessari?
Oltre a quelli già accennati, ovvero essere titolari di redditi dimostrabili (o in alternativa poter presentare un garante) e il fatto di richiedere il prestito solo per bisogni personali, bisogna essere maggiorenni e residenti in Italia.
Poi le banche e le finanziarie alle quali ci si rivolge possono richiedere altri requisiti, non obbligatori per legge ma comunque richiesti dalla loro politica aziendale: per esempio essere correntista presso di loro, avere un conto aperto con una certa anzianità, ecc.
Infine c’è da considerare il merito creditizio: anche se non è indicato come requisito obbligatorio, affinché si abbia successo nel chiudere in modo positivo la richiesta del finanziamento è necessario che si abbia una buona reputazione creditizia.
I costi e le condizioni
Come per ogni altro finanziamento bisogna sempre fare attenzione al TAN e TAEG applicati, con un’ultima analisi del TEGM. A riguardo si ha il diritto di richiedere una copia gratuita del contratto con le condizioni riportate, prima di decidere se firmare o meno la richiesta da mandare in valutazione.
Ci possono essere prestiti finalizzati in cui si applica un TAN 0 vero (a volte con TAEG un po’ diverso da zero, quindi un TAN 0 non puro) ma nella maggioranza dei prestiti personali saranno applicati costi e interessi per cui bisogna fare attenzione a quanto costerà l’esborso complessivo. Non va sottovalutata la difficoltà che potrebbe subentrare nel rimborso delle rate per cui bisogna sempre cercare di capire a monte se quella rata in più potrà pesare troppo nel budget mensile che avremo a disposizione.
Infine, bisogna sempre ricordare che, anche se si è firmato il contratto ed è stato approvato il prestito, si hanno sempre 14 giorni di tempo per recedere (non si devono dare motivazioni ma solo esprimere in modo chiaro la volontà di farlo).
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