Prestito partecipativo per un aumento di capitale posticipato

Cos’è e come richiedere un prestito partecipativo

Il prestito partecipativo è stato introdotto nell’ordinamento italiano nei primi anni ’90, per andare incontro agli improvvisi squilibri finanziari che si possono verificare in una società, trovando una soluzione intermedia che coinvolge la stessa società, la banca finanziatrice e i soci della società in qualità di coobbligati.

Caratteristiche del prestito partecipativo

Il vero aspetto innovativo di questo tipo di prestito non risiede tanto nel numero e nella tipologie dei soggetti coinvolti, quanto nelle modalità di calcolo degli interessi da corrispondere, in quanto il costo complessivo del prestito si compone di due parti (ovvero interessi più partecipazione da parte della banca dell’utile di esercizio), e in generale nelle modalità di rimborso. Inoltre si tratta di un prestito di medio-lungo termine.

Al momento della erogazione sono stabiliti anche i termini di scadenza per la restituzione sia della parte legata agli interessi, che quella relativa ai termini e alle percentuali di partecipazione dell’utile di esercizio. Quest’ultima parte, in fase di negoziazione, è la più complessa da determinare, poiché oltre all’individuazione di una quota percentuale di partecipazione, possono essere aggiunte numerose altre condizioni, che ovviamente sono difficili da valutare a priori.

Invece la parte relativa agli interessi è generalmente fissa e nella maggior parte dei casi sfrutta come sottostante l’Euribor. In ogni caso non esistono soluzioni predeterminate, ma si tratta di prestiti che sono frutto di una attività di negoziazione diretta tra banca e società stessa.

Il ruolo dei soci

Sotto questo punto di vista si profila l’altra novità di questo tipo di prestito. Infatti i soci si profilano come “coobbligati” in quanto si impegnano a fornire alla società i mezzi finanziari necessari per il rimborso delle rate in corso alla banca finanziatrice. In questo modo maturano un credito, che viene annotato come finanziamento in “conto futuro” e che al termine dell’operazione viene trasformato in un aumento di capitale.

In questo modo si riesce proprio a ottenere l’aumento di capitale necessario per fare fronte agli squilibri finanziari, potendolo tuttavia rinviare ad un futuro per il quale i tempi sono già certi, poiché coincide con la scadenza del prestito partecipativo stesso.

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