Finanziamenti per Start up: ampia scelta ma facili da ottenere?
Per avviare un’attività servono fondi, ma riuscire a reperirli seguendo i normali canali è molto spesso un’impresa disperata. Per evitare che delle idee produttive, e di fattibile realizzazione, vengano abbandonate, sono stati messi in campo dei meccanismi che puntano a facilitare il reperimento dei finanziamenti necessari, come quelli a fondo perduto o almeno agevolati.
La categoria che è stata posta al centro dell’attenzione (come dimostrato dal trend del 2015 e riconfermato negli anni successivi, nonostante le problematiche ‘pandemiche’ del 2020 e 2021) è stata soprattutto quella delle start up.
Requisiti necessari
Quando si cerca un finanziamento agevolato per start up non si hanno generalmente delle garanzie da offrire se non il criterio della fattibilità o validità del progetto da realizzare. per cui qualsiasi sia la strada che si vorrà seguire (prestiti statali, di privati, di fondi appositi, ecc), il primo documento è quello di un business plan dettagliato.
Gli altri documenti/requisiti invece dipenderanno dalla soluzione scelta, dal tipo di attività da avviare, dall’appartenenza a categorie agevolate nell’accesso ai finanziamenti. I vari bandi indicano sempre questo genere di documentazione, mentre nel caso di banche o privati si dovrà chiedere direttamente al personale preposto.
Prestiti e fondi statali alle start up: agevolazioni soprattutto per i giovani e per l’imprenditoria al femminile
Esistono varie tipologie di finanziamenti, che vedono nel microcredito la forma più semplice, ma sicuramente non l’unica fonte di aiuti disponibili. Lo stanziamento relativo a questa ‘soluzione’ avviene sfruttando l’impiego di fondi di garanzia nazionali o ‘particolari’ come nel caso di quello del Movimento 5 Stelle, o di tipo regionale. L’importo del microcredito è modesto, non superando, tranne qualche eccezioni i 25 mila euro, che nell’avvio di alcune attività può essere insufficiente.
A livello nazionale un’importante fetta di finanziamenti per start up innovative, viene messa in campo con la Smart&Start (come referente rimane Invitalia), e la Cassa Depositi e Prestiti, mentre a livello Regionale tutto dipende dalle delibere delle amministrazioni locali.
Per restare sempre aggiornati, e poter individuare i bandi aperti localmente, è possibile consultare il nuovo portale lanciato dal Warrant Group denominato Warrant Hub, che aggiorna ogni giorno la situazione in Italia, con una ricerca semplicissima.
E’ infatti sufficiente selezionare la Regione di interesse (ad esempio Lazio, Lombardia, ecc) e vedere (anche a livello di provincia per quelle più grandi come Roma) se ci sono dei bandi attivi, con specifica indicazione del referente (per la presentazione delle domande) e della data di scadenza per la partecipazione. Nei regolamenti è specificata anche la percentuale in più riservata a giovani e donne.
Il finanziamento “privato”
Altre vie percorribili sono rappresentate dalle varie piattaforme di crowdfunding, e quelle di social lending. In entrambi i casi la registrazione è gratuita, non ci sono degli esborsi da fare anticipatamente, ma i gestori trattengono una sorta di fee (in percentuale sulle somme raccolte) quando previsto (in alcuni casi il versamento è facoltativo per il servizio ottenuto).
Tra le piattaforme più attive per quanto riguarda le Pmi start up troviamo ad esempio Mamacrowd e Starsup entrambe specializzate nell’equity crowdfunding. Ricordiamo che quest’ultima rappresenta una tipologia di crowdfunding che comporta l’entrata nel capitale sociale della start up da parte di chi investe.
In senso positivo si ottiene un vero e proprio titolo di partecipazione nella società su cui si investe compresi dividendi futuri, realizzo di plusvalenze e così via. Di contro si può andare incontro ad un “rischio d’impresa” alla pari dei soci già presenti nell’organigramma della società stessa.
Le soluzioni delle banche
Anche gli Istituti di credito riservano una parte dei prestiti erogabili ai progetti che ritengono meritevoli. Si devono presentare specifici requisiti, e si può contare anche su un’attività di consulenza più o meno specifica.
Per la convenienza bisogna vagliare caso per caso, poiché difficilmente ci saranno delle condizioni realmente standard, ma quasi sempre frutto di forme di personalizzazione.
In alcuni casi si godono garanzie dedicate (come quella di Confidi). Nella seguente tabella sono riportati esempi di alcune Banche che hanno programmi di sostegno per l’avvio delle start up.
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(Fonte: siti ufficiali Intesa Sanpaolo/Banca Sella/Unicredit – Data rilevazione: 25 maggio 2021)
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