Ottenere un prestito per rilevare un’attività: ecco come fare
Uno dei paradossi che si incontrano, quando si è in cerca di prestiti per rilevare un’attività, è rappresentato dalle maggiori difficoltà a cui bisogna far fronte rispetto alla richiesta di finanziamenti disponibili per iniziarne una ex novo.
Perché questa discrepanza, apparentemente insormontabile? Le principali motivazioni stanno nel fatto che i finanziamenti pensati per rilevare attività già avviate (sia nell’ambito commerciale che dei servizi), non possono contemplare tutti gli elementi necessari per poter valutare il successo, e quindi i guadagni futuri.
Anche nel caso di attività ‘floride’ non è detto che con la nuova gestione si ottengano ugualmente ottimi risultati. Quindi pensare che l’attività da rilevare sia una sufficiente garanzia, presentando i relativi bilanci, per ottenere la liquidità necessaria per riuscire nell’intento, è fuorviante.
Nel caso delle start up, le banche finanziano il progetto, passando normalmente per l’impiego di garanzie rappresentate da fondi europei che logicamente abbassano notevolmente il rischio di insolvenza.
Quali soluzioni per le attività già avviate?
Se l’attività di per sé non è considerata una sufficiente garanzia, lo può essere il reddito, oppure il patrimonio che il richiedente mette a disposizione della banca stessa, allo stesso modo di ciò che accade nel caso di un prestito personale.
Quest’ultimo, per importi modesti, può essere valutato come alternativa, ma pone il richiedente in una posizione scomoda dal punto di vista fiscale, in sede di deduzione degli interessi. Quindi bisogna optare per i finanziamenti che le banche creano appositamente per il “business”.
Ciò non toglie che difficilmente si riuscirà ad ottenere l’intera somma richiesta dal cedente l’attività, sotto forma di prestito, perché sia il proprietario che la banca vorranno che sia stato, o venga, versato un acconto che normalmente è pari a circa un terzo del prezzo complessivo pattuito.
L’unica alternativa che permette di ottenere somme a tassi modesti, e con poche complicazioni (tanto per le nuove attività che per quelle già avviate nella fase produttiva o comunque funzionanti), rimane ancora una volta il microcredito, ma qui il problema principale è la somma massima concedibile che non eccede i 25 mila euro, per cui una larga platea di possibili proposte di interesse, a meno che non si abbia un piccolo capitale da investire da parte, deve essere necessariamente accantonata.
Altra possibile soluzione è rappresentata dal social lending (vedi anche Prestito senza interessi tra privati) e dal crowfunding, ma in questi casi bisogna aggiungere anche un progetto “personale” che alletti i potenziali investitori.
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