Autofinanziamento proprio e improprio: calcolo e significato

Cos’è l’autofinanziamento: alternativa ai prestiti o misura della solidità di un’azienda?

L’autofinanziamento rappresenta una forma “alternativa” di finanziamento per le aziende, e generalmente è considerato un indicatore valido per valutare la solidità finanziaria dell’impresa (anche se un’impresa solida potrebbe scegliere di farvi ricorso in modo minore rispetto alle proprie possibilità, per questioni di gestione). Può essere di due tipi, proprio e improprio, e può essere facilmente calcolato tramite l’applicazione di un’apposita formula.

Di che cosa si tratta?

Per comprendere il funzionamento dell’autofinanziamento bisogna capire la differenza tra flussi finanziari e monetari, il che rimanda a una forma presente in modo stabile di autofinanziamento, che è rappresentata dall’ammortamento che nello stato patrimoniale indica un ammontare di “valori finanziari o impegni” che non si sono monetizzati.

Quindi costituisce delle riserve che possono essere usate per finanziare l’impresa senza far ricorso all’indebitamento stesso. Per questa ragione rappresenta la forma impropria, nella quale rientrano anche gli accantonamenti per i fondi rischi, investimenti futuri, ecc. Ancor più nel particolare nella forma impropria rientrano tutti quei flussi finanziari, non monetizzati, che vengono destinati alle coperture ma in forma non monetaria, generalmente definiti prima del calcolo del reddito di esercizio netto. Invece nell’autofinanziamento proprio normalmente avviene prima il calcolo del reddito di esercizio e poi si decide se destinare in tutto o in parte l’importo di utile netto per finanziare un investimento, ecc.

Per calcolare in modo semplice l’autofinanziamento si può usare come formula:

Utili non distribuiti +
Ammortamenti +
Accantonamenti –
Accantonamenti utilizzati (quindi monetizzati) =
Autofinanziamento

Per capire quindi le differenti situazioni di questa forma di finanziamento interno (vedi anche Preventivo finanziamento), per un Investimento totale da sostenere pari a 100, potremmo avere ad esempio i seguenti casi:

  • 80 con prestiti e 20 con aumento di capitale o versamento dei soci (in questo caso l’autofinanziamento è pari a zero e l’esposizione al debito esterno è di 100);
  • 70 con prestiti e 30 con autofinanziamento (qui l’esposizione ai debiti è pari a 70)
  • 60 con prestiti, 10 versati dai soci, 30 con autofinanziamento (l’esposizione ai debiti esterni è sempre pari a 70)

Conclusioni

Il valore dell’autofinanziamento è legato alla capacità di un’azienda di esporsi in modo minore o maggiore all’indebitamento (vedi anche Agevolazioni Invitalia). Ma attenzione, il ricorso all’indebitamento, da solo, non può essere considerato un indicatore valido, in quanto non può essere valutato al di fuori del principio di “equilibrio finanziario” raggiunto (o da dover raggiungere) con lo svolgimento dell’attività stessa.

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